Il primo travestimento

Quella sera il mio amichetto aveva voglia di trasgredire. Per la prima volta, mi aveva invitato a casa sua, approfittando dell’assenza della moglie. Sì, lui era sposato e io single. Eppure avevamo rapporti sessuali da almeno due mesi, incontri fugaci in macchina, fatti di pompini sui sedili posteriori e scopate gay, sì, gay, sul cofano della macchina in parcheggi industriali, lontano da occhi indiscreti. Ma quel weekend la mogliettina era via con delle amiche e lui voleva scopare con me comodamente, su un letto. Mi invitò il sabato pomeriggio e appena entrai in casa mi mostrò il bell’appartamento che aveva con lei. Vidi le sue foto, una ragazza bella, dolce. E cornuta. Avrei dovuto provare un po’ di remore, ma mentre guardavo le sue foto, lui me l’appoggiò e le remore sparirono in un istante.
“Non ti sembra di essere un po’ troppo irruento?”, chiesi
“Non per la mia puttanella”, rispose lui slacciandomi i jeans
“Non sono la tua puttanella”
“Sì che lo sei”
E mi abbassò i pantaloni e le mutande.
“E scommetto che sei anche pronto a prenderlo”, continuò appoggiandomi la cappella tra le natiche.
“Non vorresti prima un bel pompino?”, chiesi io mentre lui sputava velocemente
“No, adesso tu lo prendi qua, in sala, davanti alle foto di mia moglie”
“Vuoi trattarmi come lei?”
“Sì. E allora inizia a stare zitto e fatti sbattere, puttana”
Mi piegò in avanti e nel frattempo il suo membro si fece strada e la cappella entrò, a freddo e non senza fatica.
“Piano”, dissi io appoggiando le mani sul comodino davanti a me
“Zitto”, rispose lui tappandomi la bocca e dando un altro colpo. In pochi istanti, con qualche colpo di cazzo deciso, lui entrò con metà uccello. Mi fece male, ma la sua mano mi impedì di urlare. La fatica però era evidente anche per lui. Lo tirò fuori, prese del lubrificante che aveva già a portata di mano e in meno pochi secondi la sua nerchia era nuovamente dentro di me, stavolta scivolava che era un piacere.
Restammo lì, in sala, davanti alle foto della moglie per cinque minuti. Lui mi montò, mi prese per i fianchi e mi fece capire chi comandava. Sapevamo entrambi che era lui che aveva il potere e io mi lascia scopare il culo docilmente, gemendo ad ogni suo colpo che andava fino in fondo. Mi voleva subito, con decisione. E mi prese, senza riguardi, senza ripensamenti, impalandomi con la sua bella mazza dura. E quando mi sborrò in culo in pochi minuti non dissi niente, sicuro che mi sarei preso la mia rivincita.

Infatti, un paio di ore dopo, era nuovamente pronto a scopare. Ma stavolta mi portò in camera da letto. aprì l’armadio e tirò fuori diverse cose. Un corsetto della moglie, una parrucca nera, delle calze a rete, delle mutandine da donna. E me le porse,
“Mettitele”
“Cosa?”
“Voglio che assomigli il più possibile a mia moglie”
“Non mi sono mai travestito”
“Beh, inizi adesso. Ora vai in bagno e torna con tutto quello indosso”
Non sapevo se fossero vestiti di sua moglie o se li avesse presi apposta. Il corsetto era un po’ stretto, le calze larghe e sicuramente le mutandine mi sarebbero presto state strette. Indossai tutto. Non ero convintissimo ma a provare non c’era nulla di male. Entrai in camera e lui era lì, nudo sulla poltrona accanto al letto.
Mi avvicinai. Il suo membro si irrigidì subito. Mi fece cenno di inginocchiarmi e di stare zitto. Mi inginocchiai in silenzio, sapevo cosa fare e come farlo. Ero più bravo di sua moglie e lo sapevo, me lo aveva detto diverse volte mentre glielo ciucciavo. La mia lingua iniziò a correre lungo la sua asta dura, turgida e che desideravo da quando ero entrato in quella casa. lo leccai come sempre, ma qualcosa mi sembrava diverso. Forse il fatto che lui ce l’aveva davvero di marmo nonostante la precedente scopata (di solito al secondo giro non era così duro), forse il fatto che fossi travestito. Fatto sta che quando aprì le labbra per prendergli la cappella in bocca, il suo cazzo era così duro che faticai ad avvolgerlo. Mi sembrava così grosso in quel momento, che quasi mi smascellavo. Ma proprio per quella sua grandezza, volli regalargli un pompino da favola. Lo leccai a lungo, eccitato da quanto era gonfio e largo, la saliva sgorgava a fiumi e lo rendeva scivoloso, i suoi gemiti mi facevano capire che ero sulla strada giusta e il mio cazzo iniziò a spuntare dalle mutandine, duro, come mai mi era successo mentre spompinavo. In quel momento , inginocchiato davanti ad un cazzo maestoso, con indosso calze a rete, corsetto e parrucca..beh, mi sentivo veramente donna.
E dopo dieci minuti di pompino, lui si alzò e iniziò a scoparmi la bocca. Dapprima piano, poi mi afferrò la testa per la parrucca e non si risparmiò, facendomi colare saliva mista ai primi goccioloni di sperma sul corsetto. Poi mi spinse sul letto, mi mise su un fianco e si piazzò dietro di me. Credete che fece fatica ad entrare? No, affatto. Entrò come nella figa di sua moglie, ed era quello che voleva. Mi scopò su un fianco, mi chiamò col suo nome. E alla fine la sostituì
“Scopami, maritino mio”, gli dissi con voce alterata.
La sua nerchia in quell’istante divenne d’acciaio e lui mi scopò con una foga che non aveva mai avuto.
Mi lasciai possedere, mi mise a pancia in giù, poi a pecora.
“Quanto sei grande..quanto sei stallone”, gli ripetevo.
“Sei proprio una troia”
“sono la troia che hai sposato, quella che te lo succhia, quella a cui scopi bocca, figa e culo..quella che vorrebbe bere la tua sborra!”
“La vuoi?”, chiese lui con grande interesse
Tirai fuori la lingua e mi girai verso di lui mentre ero ancora a pecora.
“Fammi ingoiare”
Lui mi diede ancora qualche colpo, poi lo prese in mano mentre io mi girai e misi la bocca aperta con la lingua di fuori a pochi centimetri dalla sua cappella.
Gli schizzi non tardarono ad arrivare e mi ritrovai presto la bocca piena di calda, densa sborra subito seguita dalla sua cappella, come se volesse spingermi ad ingoiare.
Non che ce ne fosse bisogno, lui lo sapeva, avevo bevuto la sua sborra almeno una dozzina di volte, ma non sembrava sul punto di fermarsi. Per un po’ spinse il suo cazzo nella mia gola e io iniziai ad ingoiare, gustandomi la sua crema.
Fu una grandissima scopata, forse la migliore che avesse mai fatto con me. Mi venne il dubbio che fosse merito del mio travestimento. Così decisi che anche la prossima volta mi sarei travestito e avrei visto il risultato.
Arrivò sera, guardammo una partita in tv e verso la fine, la voglia di sesso tornò a farsi sentire. Io non mi ero cambiato, ero rimasto con corsetto e calze a rete, oltre a parrucca e un leggero trucco (rossetto) preso dal beauty case della moglie. Avevo voglia di testare se fosse in grado di fare la terza ripresa. Così, senza dire nulla, mi sdraiai sul divano e iniziai a slacciargli i pantaloni.
“Che fai?”, chiese lui quasi sorpreso
“Cerco di dare piacere ad un bel pisellone che se lo merita”
“Sei proprio frocio”
“No, sono solo una mogliettina vogliosa di far godere”, dissi infine prendendo in bocca il suo membro già in parte eretto.
Lui mi lasciò fare e io iniziai un bel pompino. Non so perché, forse era il travestimento, ma avevo voglia di cazzo. Lo succhiavo con trasporto, usando molta saliva e molta lingua. E più succhiavo, più gli diventava duro, più gli diventava duro, più mi veniva voglia e più succhiavo. Il circolo vizioso era iniziato. Mi sfilai le mutandine della moglie, e spuntò il mio bel cazzo che, se non certo paragonabile al suo, aveva la sua prepotente erezione. Stavolta volevo spruzzare a lungo anche io.
Lui vedeva solo la parrucca muoversi, andare su e giù mentre sentiva la mia lingua sulle sue palle, sull’asta, sulla cappella e poi ancora sull’asta e sulla cappella. Raramente mi stavo godendo una pompa come quella. lui era duro, d’acciaio. Ed era il momento di sfruttare quella nerchia così gonfia. Smisi di ciucciarlo e in un istante mi misi a cavalcioni su di lui, centrando perfettamente la sua cappella in corrispondenza del mio buchetto tra le chiappe, precedentemente lubrificato. Entrò facilmente e iniziai a cavalcare,delicatamente, facendo assimilare al mio fondoschiena le sue forme. Misi le mani sulle sue spalle e lentamente aumentai la velocità. Dopo pochi minuti, ero al massimo, stavo cavalcando come un’amazzone una minchia di 20cm che mi entrava tutta in culo, sentivo sbattere le sue palle contro le calze a rete e mi eccitavo, sentivo i suoi gemiti e mi arrapavo, sentivo le sue mani sui miei fianchi e chiudevo gli occhi dal piacere, sentivo il mio cazzo sbattere sui suoi addominali e godevo. Dopo diverso tempo a cavalcare, mi sdraiai su di lui, per riposare. Gli leccai il collo e mentre lui iniziò a scoparmi il culo nella stessa posizione di prima, mi avvicinai con la lingua alla sua bocca e lo baciai. Per la prima volta in due mesi che lo conoscevo, iniziammo a limonare. So che vi sembrerà strano ma era così. Non ci eravamo mai baciati, il nostro era un rapporto puramente sessuale, fatto di lui, sposato e aitante uomo, che si sbatteva un ragazzo giovane single e voglioso di provare il sesso con un maschione esperto che lo dominasse. E infatti io avevo solo potuto succhiargli l’uccello in macchina decine di volte e farmi fottere come una misera puttanella, il tutto per fargli svuotare le palle. Ma in quel momento, con quel bacio, mi sentivo di più che una semplice puttanella. Ero diventato la sua mogliettina. E quasi senza che me ne accorgessi, la sborra iniziò ad uscire a fiotti dal mio uccello. E pochi istanti dopo, anche lui iniziò a sborrare, farcendomi come spesso faceva il culo ma stavolta limonandomi pesantemente.
Di solito mentre sborravo a pecora sul cofano della macchina mentre quei 20cm mi aprivano il culo, non potevo che urlare: “Quanto mi piace il cazzo, sì, sono frocio, scopami” e altre cose simili. Ma in quel frangente era diverso. E gli dissi: “Grazie di aver fatto godere la tua donna anche stavolta”, bofonchiandolo mentre lo slinguavo.
“Grazie a te di avermi fatto sborrare alla grande come sempre, puttanella mia”

Quella notte dormii da lui e rimasi lì fino a mezzogiorno del giorno dopo. Inutile dire che mi montò altre 2 volte, sempre travestito. E sempre scopandomi con una voglia incredibile. Qualche giorno dopo, ci ritrovammo come sempre in un parcheggio della zona. Di solito, da lì andavo sulla sua macchina e mi portava in giro in una zona molto poco frequentata per farsi fare una pompa o scoparmi. Ma quella sera, quando scesi dalla macchina, ero vestito con calze a rete, minigonna e camicetta. E lui mi scopò subito, in quel parcheggio, contro la cancellata dell’azienda. Evidentemente gli piaceva vedermi travestito. Mi impalò su quella cancellata. Per diverse settimane, quando ci trovavamo, mi travestivo apposta per farlo eccitare di più e lui ricambiava con un cazzo da oscar. Poi la nostra storia si interruppe all’improvviso. Lui tornò dalla moglie, contento di essersi sfogato per mesi con me e io, che nel frattempo avevo usato il trucco del travestimento con altri amichetti, avevo sempre meno tempo per lui. Così la cosa si risolse da sola, con vantaggi per tutti. Lo rividi un’altra sera dopo circa un anno che non ci vedevamo più. Ci rinchiudemmo nella sua macchina per una mezzoretta, il tempo di fargli un bel pompino con ingoio. Da allora, non l’ho più visto, ma la strada del travestimento me l’ha sostanzialmente fatta percorrere lui. E io, vedendo quanto piaccia agli uomini, soprattutto sposati, l’ho continuata a percorrere.
发布者 cditablower
8 月 前
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robynap996
robynap996 7 月 前
che invidia
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tvladyjessica 7 月 前
cditablower : Non vedo l ora di leggerla
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cditablower
cditablower 出版商 7 月 前
tvladyjessica : Grazie, ne scriverò altre allora :smile: 
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tvladyjessica 7 月 前
Storia stupenda e molto eccitante
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