Samantha (QUINTA PARTE)
Saranno passati cinque minuti da quando ho iniziato a baciarle il collo e le guance per svegliarla. Appena i suoi occhi si aprono delicatamente, il suo sguardo su di me è piacevolmente sorpreso e un leggero sorriso di apprezzamento non può che impadronirsi delle sue labbra.
Mi metto a cavalcioni su di lei e inizio a giochicchiare con i suoi capezzoli fin quando non li sento duri nella mia bocca. Muovo i fianchi sul suo bacino come se stessi lentamente cavalcando su un soffice prato. Alzo il busto e la guardo dritta nei sui occhi smeraldo, ancora più belli con la luce del sole. La mia fica struscia sulla sua e non riesco a capire chi di noi due è più bagnata. Le sue tette pianeggianti sono un incanto da quassù e restano immobili nonostante il ritmo si faccia più insistente, mentre le mie si muovono su e giù e catturano come una calamita i suoi occhietti. Dalla bocca appena dischiusa emette qualche mugolio, poi avverto solo il suo piacere pulsare in una serie di contrazioni sul mio clitoride.
L’ho fatta venire in poco tempo e sono troppo eccitata per togliermi dal suo corpo e fare la disinvolta. Mi chino verso il suo volto rimanendo sempre addosso lei, e le sussurro: «Ti dispiace se finisco anche io?» continuando a muovere i fianchi sopra di lei. «Accomodati pure, mi risponde ridendo».
Il mio seno è ora attaccato al suo e le ansimo nell’orecchio mentre lentamente faccio ondulare il culo sul suo corpo. Le sue braccia mi stringono il collo con una tale dolcezza che mi convincono di stare facendo l’amore e non del semplice sesso. L’amore è una questione di sguardi complici e di una sintonia mentale capace di far sì che il piacere dell’altra diventi il proprio piacere; di fondere i nostri corpi e non capire più dove inizia il mio e finisce il suo. Non si tratta più di prendere selvaggiamente un corpo fino a goderne; nel sesso il fine è l’orgasmo, nell’amore è quel viaggio fatto di abbracci, intese, baci e carezze che accompagnano il piacere per tutto il tempo.
I miei gemiti vengono attutiti dai suoi e riesco distintamente a percepire di nuovo il suo orgasmo, oltre che il mio. La guardo compiaciuta e serenamente commento: «Siamo riuscite a venire insieme, hai visto?»
«Con la differenza che per te era il primo della giornata mentre per me il secondo in pochissimo tempo» ammette un po’ imbarazzata.
«Rimani a letto a riposare un altro po’, ti raggiungo tra poco».
La copro con le lenzuola, mi tolgo le calze e infilo una culotte rosa e una canottierina bianca. Mi dirigo verso la cucina e preparo la colazione. Mentre metto tutto sul vassoio qualche senso di colpa inizia ad assalirmi: mi hanno dato 600€ per stare con lei e direi che me li sono guadagnati, però mi sento in colpa lo stesso. E se la volessi rivedere? Se lei volesse rivedermi e respingendola ci rimarrebbe male? O se, peggio, si fosse presa una cotta per me? Ritorno verso la camera da letto e decido che se vorrà di nuovo uscire con me non dovrò più prendere soldi dalle sue amiche, né lei dovrà mai sapere che loro mi hanno pagata per andarci a letto. Anzi, forse la cosa più onesta da fare sarebbe ridargli i soldi.
Appena mi vede entrare con la colazione il suo sguardo si illumina e il sorriso a 32 denti mi ripaga del tempo che ho passato a mettere la Nutella sul pancarré, fare una cioccolata calda, spremere le arance e riscaldare i cornetti confezionati nel microonde.
La sua schiena è appoggiata al mio petto e mentre consumiamo la colazione ci stringiamo come fossimo due innamoratine quattordicenni.
«Tu sì che ci sai fare con le ragazze», mi dice con la bocca ancora piena.
«Anche con i ragazzi s’è per questo».
Prima di accompagnarla a casa ci facciamo un bagno caldo nella vasca, all’interno della quale ci stendiamo avvinghiate, con le mie braccia che le cingono la pancia. Mi limito a farle le coccole e ogni tanto sfioro un po’ il suo ventre, ma niente di più. Non voglio che questa intimità sia rovinata da un altro orgasmo. E poi, in meno di 24 ore l’ho fatta venire già 4 volte – credo che possano andare bene. Adesso che ci penso ho conquistato il suo orgasmo quattro volte mentre lei ha conquistato il mio tre volte: è stata una bella partita.
«Racconterai alle tue amiche di me?» le chiedo mentre gioco con la schiuma che ci avvolge.
«Sì… penso di sì. Vorranno sicuramente sapere come ho passato la notte visto che le ho detto che andavo via con te. Ma se ti da fastidio posso raccontargli il meno possibile».
«No, mi fa piacere se le dici tutto» mi appresto a dire. «Anzi, non tralasciare i dettagli e non aver paura di eccedere nei particolari: sono convinta che rimarranno contente», aggiungo con un sorriso che lei non può vedere.
Epilogo
Due settimane dopo
«Tesoro non possiamo metterci tutt’e due la gonna per uscire» la ammonisco mentre frugo nel mio guardaroba in cerca di qualcosa che si intoni alla parte di sotto.
«Perché no?» mi domanda piccata.
«Perché funziona così tra lesbiche: o la metti tu e io indosso un paio di jeans o viceversa. Non c’è cosa peggiore che vedere due ragazze che stanno insieme indossare entrambe la mini», le rispondo con aria distratta.
«Così… tentenna lei, stiamo insieme?» mi chiede aprendosi in un sorriso.
«Beh, lo sai come si dice: se si scopa una volta è una botta e via, dalle due alle 10 volte è una breve relazione. Mi sa che noi due abbiamo scopato più di 10 volte e nel frattempo, non so te, non mi sono vista con nessun altra», rispondo lanciandole uno sguardo interrogativo e trovando finalmente la cosa giusta da mettermi.
«Neppure io» si affretta a rispondermi sorridendo soddisfatta.
FINE
Mi metto a cavalcioni su di lei e inizio a giochicchiare con i suoi capezzoli fin quando non li sento duri nella mia bocca. Muovo i fianchi sul suo bacino come se stessi lentamente cavalcando su un soffice prato. Alzo il busto e la guardo dritta nei sui occhi smeraldo, ancora più belli con la luce del sole. La mia fica struscia sulla sua e non riesco a capire chi di noi due è più bagnata. Le sue tette pianeggianti sono un incanto da quassù e restano immobili nonostante il ritmo si faccia più insistente, mentre le mie si muovono su e giù e catturano come una calamita i suoi occhietti. Dalla bocca appena dischiusa emette qualche mugolio, poi avverto solo il suo piacere pulsare in una serie di contrazioni sul mio clitoride.
L’ho fatta venire in poco tempo e sono troppo eccitata per togliermi dal suo corpo e fare la disinvolta. Mi chino verso il suo volto rimanendo sempre addosso lei, e le sussurro: «Ti dispiace se finisco anche io?» continuando a muovere i fianchi sopra di lei. «Accomodati pure, mi risponde ridendo».
Il mio seno è ora attaccato al suo e le ansimo nell’orecchio mentre lentamente faccio ondulare il culo sul suo corpo. Le sue braccia mi stringono il collo con una tale dolcezza che mi convincono di stare facendo l’amore e non del semplice sesso. L’amore è una questione di sguardi complici e di una sintonia mentale capace di far sì che il piacere dell’altra diventi il proprio piacere; di fondere i nostri corpi e non capire più dove inizia il mio e finisce il suo. Non si tratta più di prendere selvaggiamente un corpo fino a goderne; nel sesso il fine è l’orgasmo, nell’amore è quel viaggio fatto di abbracci, intese, baci e carezze che accompagnano il piacere per tutto il tempo.
I miei gemiti vengono attutiti dai suoi e riesco distintamente a percepire di nuovo il suo orgasmo, oltre che il mio. La guardo compiaciuta e serenamente commento: «Siamo riuscite a venire insieme, hai visto?»
«Con la differenza che per te era il primo della giornata mentre per me il secondo in pochissimo tempo» ammette un po’ imbarazzata.
«Rimani a letto a riposare un altro po’, ti raggiungo tra poco».
La copro con le lenzuola, mi tolgo le calze e infilo una culotte rosa e una canottierina bianca. Mi dirigo verso la cucina e preparo la colazione. Mentre metto tutto sul vassoio qualche senso di colpa inizia ad assalirmi: mi hanno dato 600€ per stare con lei e direi che me li sono guadagnati, però mi sento in colpa lo stesso. E se la volessi rivedere? Se lei volesse rivedermi e respingendola ci rimarrebbe male? O se, peggio, si fosse presa una cotta per me? Ritorno verso la camera da letto e decido che se vorrà di nuovo uscire con me non dovrò più prendere soldi dalle sue amiche, né lei dovrà mai sapere che loro mi hanno pagata per andarci a letto. Anzi, forse la cosa più onesta da fare sarebbe ridargli i soldi.
Appena mi vede entrare con la colazione il suo sguardo si illumina e il sorriso a 32 denti mi ripaga del tempo che ho passato a mettere la Nutella sul pancarré, fare una cioccolata calda, spremere le arance e riscaldare i cornetti confezionati nel microonde.
La sua schiena è appoggiata al mio petto e mentre consumiamo la colazione ci stringiamo come fossimo due innamoratine quattordicenni.
«Tu sì che ci sai fare con le ragazze», mi dice con la bocca ancora piena.
«Anche con i ragazzi s’è per questo».
Prima di accompagnarla a casa ci facciamo un bagno caldo nella vasca, all’interno della quale ci stendiamo avvinghiate, con le mie braccia che le cingono la pancia. Mi limito a farle le coccole e ogni tanto sfioro un po’ il suo ventre, ma niente di più. Non voglio che questa intimità sia rovinata da un altro orgasmo. E poi, in meno di 24 ore l’ho fatta venire già 4 volte – credo che possano andare bene. Adesso che ci penso ho conquistato il suo orgasmo quattro volte mentre lei ha conquistato il mio tre volte: è stata una bella partita.
«Racconterai alle tue amiche di me?» le chiedo mentre gioco con la schiuma che ci avvolge.
«Sì… penso di sì. Vorranno sicuramente sapere come ho passato la notte visto che le ho detto che andavo via con te. Ma se ti da fastidio posso raccontargli il meno possibile».
«No, mi fa piacere se le dici tutto» mi appresto a dire. «Anzi, non tralasciare i dettagli e non aver paura di eccedere nei particolari: sono convinta che rimarranno contente», aggiungo con un sorriso che lei non può vedere.
Epilogo
Due settimane dopo
«Tesoro non possiamo metterci tutt’e due la gonna per uscire» la ammonisco mentre frugo nel mio guardaroba in cerca di qualcosa che si intoni alla parte di sotto.
«Perché no?» mi domanda piccata.
«Perché funziona così tra lesbiche: o la metti tu e io indosso un paio di jeans o viceversa. Non c’è cosa peggiore che vedere due ragazze che stanno insieme indossare entrambe la mini», le rispondo con aria distratta.
«Così… tentenna lei, stiamo insieme?» mi chiede aprendosi in un sorriso.
«Beh, lo sai come si dice: se si scopa una volta è una botta e via, dalle due alle 10 volte è una breve relazione. Mi sa che noi due abbiamo scopato più di 10 volte e nel frattempo, non so te, non mi sono vista con nessun altra», rispondo lanciandole uno sguardo interrogativo e trovando finalmente la cosa giusta da mettermi.
«Neppure io» si affretta a rispondermi sorridendo soddisfatta.
FINE
8 年 前