La mia Anima - Situazione 2
" Passerò a prenderti stasera alle sette - mi dice mentre mi rialzo e lo guardo, non rispondo.
Lui è già sparito. Chiudo il portone alle mie spalle restando ferma appoggiata ad esso per un po’, mi asciugo la bocca con il fazzoletto, prendo dalla borsetta anche il rossetto e lo specchietto del fard.
Mi guardo allo specchio, un tocco di cipria leggero sul viso per ritornare ad essere bella, perfetta e signora, mi rimetto il rossetto. Mi sistemo la gonna dell'abitino, mi accorgo è sporco, di sperma e saliva, tento di pulirlo. "Sì... sono proprio una gran porca" mi dico da sola, e me la ridico mentre salgo le scale e apro con le chiavi la porta di casa mia. Dovrò cercare e trovare ancora un alibi stasera per il mio uomo, l’altro mio uomo, mio marito che ora guardo con un sorriso. - Ciao - e mi dirigo di corsa nel mio bagno. "
(La mia Anima - Situazione 1 - https://it.xhamster.com/posts/640140 )
La mia Anima - Situazione 2
Chiusa nel mio bagno faccio di tutto per dimenticare cosa ho fatto sull'atrio di casa mia.
Meglio non farmi troppi problemi ora, mi levo subito l'abitino nero sporco del suo seme, devo fare in fretta, i problemi ci sono e come.
Penso alla mia vita che scorre veloce in una maniera tremenda, in questo ultimo periodo, mentre lo metto nella cesta dello sporco, sono tutta nuda, mi ricordo che le mutandine sono nella borsetta che lasciato in corridoio, indosso subito il mio accappatoio.
Mi lavo i denti per levare quel sapore aspro di lui che sento ancora dentro, in bocca e nella gola.
- il pranzo è pronto... - sento la voce di mio marito che mi da una scossa al di là della porta.
Non è ingiustificata la mia tensione, la colpa è mia, ancora sono caduta nella sua trappola e mi ha portata a convogliare la mia frustrazione sulla sfera erotica, molto erotica, anzi sessuale è la giusta parola. Spingendomi fino alla decisione di avventurarmi in questa strana relazione con quell'uomo. Devo essere decisa, ancora una volta a uscirne davvero e dire basta.
Sono sola con tutti i miei pensieri e mi tremano ancora le gambe quando esco dal bagno, sono davanti al mio uomo.
Fisso mio marito, entrando in cucina, penso ancora a quello che è successo, non riesco a scacciarlo questo tremendo pensiero.
Lui mi guarda negli occhi, spero non mi legga dentro, interrompendolo con il mio bacio leggero sulle labbra che gli ho dato a stampo veloce. - cosa mi hai fatto di buono? - domando come quasi una scema.
- oramai sono freddi, come mai in ritardo? - mi risponde mentre prendo posto a tavola.
Il mio sguardo cambia, cerco di sorridere, gli sorrido come se fossi una ragazzina ingenua al liceo, come se volessi farmi perdonare per una marachella combinata, in effetti l'avevo fatta, e grossa la marachella.
La marachella l'avevo fatta già da un mese. Guardo l'orologio della cucina, le 14.30.
- scusa, ti avevo avvisato, poi un cliente... mi ha fatto perdere tempo...dai mangiamo, sono buoni anche se freddi... - rispondo falsamente per cambiare subito discorso, un'ora e più di ritardo.
Pranziamo e ancora qualche inutile parole tra noi, ma la mia mente non vede l'uomo che ho davanti e che ho sposato giurando di non tradirlo, e invece l' ho tradito e continuo a farlo.
Il rapporto tra noi è sempre andato a gonfie vele, almeno fino a un mese fa. Non devo più farlo, mi giuro da sola.
Mangio con calma ma la mia mente non la è, penso a quel suo "Sei la mia puttana... inginocchiati"
e io inginocchiata come tale la ero, mentre guardo ora mio marito.
Mi sveglia ancora il suo - Che hai? - Faccio finta di niente - niente...sono stanca...niente dai ... buoni davvero questi tortellini... - con la scusa che io lavoro e lui lo svolge a casa mi prepara il pranzo.
Il mio lavoro si alterna al riposo in famiglia, con qualche breve intermezzo composto dalle solite ipocrite relazioni sociali. Normale vita di coppia anche sessuale.
Ogni volta al ritorno a casa, da quel giorno che l'ho tradito mi comporto nel modo più naturale possibile con lui, la notte a volte non dormo perché penso se stia facendo la cosa giusta o meno.
Finendo anche di far l'amore con lui ma il mio pensiero, solo sessuale, andava oltre, fino a quel lui.
Stamattina glielo detto chiaro che era l'ultima volta. Non devo accettare l'invito di stasera.
Finiamo di pranzare e sparecchio metto i piatti e le stoviglie nella lavastoviglie. Mio marito è già seduto in salotto e io mi sento agitata, dalla soglia del salotto gli dico - mi metto un po' a letto...mi riposo un po' - lo guardo pensando che non se lo merita. Lui mi guarda mentre mi dice - non vai a lavoro? -
Rispondo dopo alcuni secondi di silenzio, come se ci pensassi davvero di andarci, con un solo - no... non vado sono stanca forse più tardi - forse, non lo so davvero, poi decido.
Mi sdraio sul mio letto, chiudo gli occhi, non voglio più pensare , ma non ci riesco, penso subito a quello che lui mi detto sotto casa, il suo desiderio, le sue parole " Voglio scoparti nel tuo letto matrimoniale..." e io come una scema che gli rispondevo "Non puoi c'è lui ora a casa... ". Quel pazzo mi vuole scopare qui dove ora sono distesa. Vorrei riposarmi davvero, dormire, non pensarci più. Sparire, ma non riesco.
Penso al nostro primo incontro, il mese scorso, c’è stata sin da subito forte simpatia, niente di più, poi man mano anche di complicità. Più volte, io e lui ci eravamo ritrovati da soli a chiacchierare per lavoro nello mio studio, molto spesso veniva a trovarmi, mi aveva chiesto consigli. Mio marito, non era mai stato geloso del mio rapporto con i miei clienti sul lavoro. Veniva spesso allo studio, un giorno accettai un invito a pranzo.
Poi è successo. Fino a provare una forte attrazione per lui, e lui verso di me, che andava ben oltre il limite dell’immaginazione. Spesso mi ritrovavo a fantasticare sul suo corpo nudo che si muoveva sopra il mio la notte. come una pazza lo pensai mentre facevo l'amore con mio marito. Fino a quel giorno che nel mio studio successe.
Ero intenta ed assorta nel mio lavoro quando lo vidi entrare silenziosamente nel mio studio. Mi lasciò senza parole, neanche lui ne disse chiuse a chiave la porta. Girò subito dietro la scrivania dove ero seduta, mi afferrò il viso tra le mani e mi baciò improvvisamente. Io impietrita ed assolutamente impaurita, rimasi immobile senza saper cosa fare. Mi fece alzare in piedi mentre mi diceva solo il suo desiderio. Le sue labbra, iniziarono ad esplorare la mia pelle, passarono dalle guance alla bocca, al collo, al seno che mi dirò fuori dalla maglietta. Ripete solo " ti voglio mia". Con una passione ed una voracità mai vista prima iniziai ad eccitarmi nonostante la situazione mi imbarazzasse molto.
Non sapevo davvero che fare, era la prima volta quel giorno, ma decisi di lasciarmi andare senza pensarci.
Mi alzò tutta la gonna mentre ero in piedi con il fondoschiena poggiato sulla mia scrivania, in quel giorno maledetto che mai scorderò mi lasciai sfilare le mutandine
Mi fece sedere sul bordo del tavolo, Mi divaricò le gambe. Iniziò a toccarmi senza chiedersi se potesse permettersi di farlo, visto che lo lasciai fare e più faceva e più la mia eccitazione aumentava. Più toccava le mie cosce e più sentivo un fuoco dentro di me. Avevo voglia di essere penetrata e scopata come non mi succedeva da tempo. Da troppo tempo.
Mi alzò le cosce spalancate e assaggiai la sua lingua.
Gli implorai solo di far piano, di non fare troppo rumore per non farci scoprire. Ero sicura che fuori si sentisse tutto. I rumori, se pur involontari, stavano diventando sempre più forti, Io seduta sulla scrivania e lui tra le mia gambe aperte dopo avermi leccata, mi penetrava, mi scopò con forza tappandomi la bocca per non farmi urlare.
Il piacere era estremo, complice la segretezza di quella scopata che mi stava facendo godere come una cagna in calore che mi sussurrò piano. Sì la ero, gli lasciavo fare di tutto, mi tirò in piedi e mi girò di schiena, mi ritrovai piegata in avanti. Lui continuò a scoparmi da dietro, a volte sculacciandomi, incurante del forte rumore dei suoi palmi sulle mie natiche nude.
Mi tirava i capelli con una mano, sempre più forte, non sentivo dolore mentre con l'altra mi teneva ferma per i fianchi. Io con le mani sul bordo del tavolo, mi spingevo più a fondo a lui e godevo, ebbi l’orgasmo più forte di sempre.
Mi limitai a fissarlo mentre mi fece inginocchiare, in fretta, ed i miei occhi dissero tutto quello che io non potevo dire. Lo ingoiai tutto. Mi venne violentemente in bocca, come un fiume in piena, il piacere di quella scopata, la prima, era caldo e colante sulla mia bocca il suo seme. Ingoiai tutto il suo nettare bianco, fino all'ultima goccia. Poi da quel giorno altri incontri e pretendeva sempre di più da me.
Fino a quel suo "Farai tutto quello che voglio..." che ora mi martella il cervello. "io non ho limiti... tu sei la mia troia...-
Con me sempre di più non vuole limiti. Mi assopisco piena dei suoi pensieri su di me.
Mi sveglia un rumore, è la suoneria del mio cellulare, è arrivato un sms , prendo dal comodino, sono due messaggi, cavolo è lui, leggo il primo " ti aspetto stasera alle 19 al nostro bar...puntuale...mia troia" .
Un brivido mi passa dalla punta dei piedi fino ai capelli. Stava succedendo ancora per davvero? Guardo l'orologio, sono già 15.45.
Leggo di fretta il secondo messaggio, mi siedo sul letto, con l'accappatoio un po' aperto "Segui le mie indicazioni, ti porteranno dove potrai vedere te stessa...ti voglio con l'abitino corto di stamattina. bacio...mia puttana""
Mi alzo, mi sistemo e vado in cucina, mio marito non è nel salotto è nel suo studio che lavora.
Lo guardo passando dall'uscio, non mi ha sentita, sono scalza, è girato di spalle al suo tavolo da disegno.
No non devo andarci, vado in cucina prendo dell'acqua dal frigo e penso mentre bevo dalla bottiglia, ho la gola secca. No, non devo rispondergli, sento che insisterà, tolgo la suoneria, ora sarebbe un casino di là c'è lui, mio marito. Dovrò cambiare numero o mi rovinerà la vita.
Nel nostro gioco quell'uomo ama la dominazione ed usa ogni situazione a suo favore per sottomettermi ancora al suo volere e piacere. Basta mi dico ancora da sola. Devo scrivergli, magari inventando qualche scusa e di smettere questa maledetta relazione.
Ancora un messaggio, sento vibrare il cellulare che ho messo in tasca. Terzo messaggio " godrai da porca... che sei... ". Scrivo di fretta la risposta " il porco sei tu. no...non posso. poi te l avevo detto basta...basta, è stata l'ultima volta. basta, basta"
Spero che capisca e mi lasci in pace, sto per inviarlo, altro suo sms, leggo " solo l'ultimo mio regalo ... troia ora mettiti sul letto e pensami... è un ordine... toccati e godi...mia puttana " Invio il mio.
Ritorno in camera da letto, mi distendo ancora e chiudo gli occhi ma vedo lui di riflesso, con quella espressione compiaciuta e sadica. Mi giro e rigiro sul mio letto con quella sua voce nella mia mente "Farai tutto quello che voglio... sei solo una puttana...".
No basta mi ridico.
Quasi nuda sul mio letto, ripenso alle sue parole, l'accappatoio mi copre a malapena mentre mi rigiro ancora, si apre del tutto. Li guardo e li sento più duri i miei capezzoli.
Poi quel suo "voglio farti godere di più" mi fa sempre sciogliere. Non devo pensarlo mi dico e penso a quel suo " toccati". Basta.
Ho davanti la sua immagine di come si getta nudo tra mie gambe aperte e me la lecca con foga, come fosse un gelato.
Qui sul mio, nostro letto. Nuda con lui. Mi piace come me la lecca. Mi piace come mi scopa.
Incomincio inconsciamente e delicatamente a passarmi le mani sul seno .
Poi, sempre lentamente e quasi come se fossi sovrappensiero, inizio a solleticarmi anche di più il cervello.
"- mia.. tua... Dimmi: cosa sei? La tua... pompinara -" sono stata porca lo so a dirglielo così.
Comincio a toccarmi i fianchi, l'accappatoio si apre del tutto, mi scopre la pancia, il pube nero, capisco che ho davvero voglia. Ho voglia, tanta voglia, capisco che ho davvero voglia di lui. Mi sento bagnata.
" Ti farò scopare... come voglio " erano dure le sue parole, e la sua voce mi rimbomba chiara, tra le mie tempie.
La mia mano scende verso il basso, non è calma. Sento di nuovo il suo " Toccati".
Mi tolgo l'accappatoio restando tutta nuda sul letto.
Senza esitazioni inarco la schiena e inizio a giocare col mio sesso, come lui mi ha ordinato.
L’altra mano va ad accarezzarmi i seni, ma subito, presa dalla voglia, la carezza diventa presa, e mi graffio.
Stringo forte i capezzoli tra le mie dita, li strizzo fino a farmi male soffoco subito il gemito reclinando la testa di lato.
Apro la mente insieme alle gambe in cerca di quelle sensazioni da esplorare, in cerca del mio piacere.
L’altra mano mi tortura il clitoride, ormai gonfio, il mio piacere è nella mie dita e nella sua voce che sento dentro.
Ripasso le sue parole di stamani , non dolci parole di amanti.
I miei respiri e i miei gemiti aumentano, sono solo una puttana che vuole raggiungere subito l’orgasmo,poi mi sarei calmata, penso. Non devo ammetterlo, no che ho tanta voglia di farmi scopare da lui. Devo resistere.
Come una puttana, stamattina, mi ero tolta le mutandine nel bar. Come una puttana mi sono fatta seguire fin a casa.
Come una puttana ho succhiato e ho ingoiato il suo sperma giù nell'atrio.
Sento ancora il profumo di lui, del suo sesso e del seme che ho ingoiato, quel sapore che mi avvolge, la sua pelle nella mia bocca, quei occhi duri che mi fissano ancora, come mentre glielo succhiavo più forte come mai.
Mi sarei fatta scopare lì sulle scale a pochi passi da mio marito. Mi sarei fatta scopare qui sul mio letto matrimoniale se ero sola. Mi sembra di essere leggera come una bolla di sapone e di fluttuare in aria allontanandomi dalla realtà.
Ora come una puttana mi sto toccando pensando a lui. Quel bastardo.
Penso intensamente al suo cazzo mentre con una mano mi lecco le dita, e inizio a bagnarli, sento la voglia ancora di leccarlo e succhiarlo, mi penso inginocchiata come prima nelle scale, e con l’altra mano gioco col mio clitoride. Il mio dito è la sua lingua. Sento il clitoride che si gonfia tra le mie dita e mi fa quasi male, lo accarezzo con movimenti circolari, piano piano sempre meno delicatamente. Sento che non resisto, il mio movimento si fa più veloce, quasi a cercare quel piacere che ora voglio.
Apro di più le mie cosce. Divarico le labbra del mio sesso con due dita e con l’altra mano inizio a dare dei colpi al clitoride.
Ad ogni colpo, un sussulto, ad ogni colpo un gemito che aumenta mentre mi infilo due dita dentro per porre fine a questo supplizio. Sento un fremito attraversarmi il corpo. Mi scopo, mi scopa. Le mie dita sono il suo cazzo.
Sento che sta per sopraggiungere, più forte che mai e le mie dita scivolano ancora più giù dentro me. Sento di avvicinarmi all'orgasmo, non resisto, esplode letteralmente tra le mie cosce,sulle mie dita, mentre mi dico puttana più volte da sola.
Arriva come un uragano. E arriva più potente che mai. Spruzzo.
Mi sconvolge il mio spruzzo. Mi sorprende per la sua potenza. Mi mordo le labbra per non gridare. Spruzzo. Vorrei gridare, gridare forte il mio orgasmo e quanto puttana sono. Mi giro di lato e soffoco sul cuscino tutto il mio piacere.
Chiudo le gambe fortemente strette d’istinto. Tremo e sento le vibrazioni totali. Accarezzo forte le mie labbra tutte bagnate. Un ulteriore fortissimo ultimo fremito mi scuote il corpo. Il mio respiro è fremente , molto eccitato.
Chiudo gli occhi, lascio la mente libera dai pensieri mentre una serie infinita di contrazioni violente si diramano in tutto il mio corpo. Mi passano dentro il ventre che si contrae insieme a miei sussulti.
Sento la vibrazione sul comodino. oltre ancora al mio corpo. E' ancora lui ne sono sicura.
Mi rigiro sul letto e con una mano tocco ancora sul mio sesso fradicio, ho ancora degli umori che mi colano lungo le cosce, hanno bagnato anche il lenzuolo, con l'altra prendo il mio cellulare.
Sono tutta bagnata non è sudore. So benissimo di che si tratta, motivo per il quale l’eccitazione mi tradisce, era cresciuta momento dopo momento. C'è un altro messaggio." hai voglia di me...dillo cosa sei " Scrivo " No...è finito tutto tra noi, basta, non ho nessuna voglia di te" invio. Risposta subito " non mentirti...porca " spengo, indispettita quasi , il cellulare.
Sono esausta, stanca, non devo andarci, mi addormento.
Guardo la sveglia le 16.45. Mi alzo mi rimetto il mio accappatoio prendo il mio cellulare spento che metto in tasca e entro nello studio di mio marito, lui è lì assorto ancora a lavorare.
- riposata bene? - mi domanda guardandomi. Annuisco subito di sì - faccio un caffè, lo vuoi? - gli dico uscendo subito, non ho il coraggio di guardarlo ora, sento il suo sì per il caffè mentre vado di nuovo in cucina.
Come una brava mogliettina lo preparo, e come una brava mogliettina gli porto il caffè - faccio una doccia - gli dico.
Sono di nuova chiusa nel mio bagno. Prendo il mio abitino nero sporco dalla cesta, lo guardo.
Mi si apre ancora la mente, questo mio rapporto con lui mi sta distruggendo.
L'avevo incontrato, lo so ogni volta dovevo smetterla.
Per un mese, dopo quel giorno allo studio ci siamo incontrati quasi due, tre volte a settimana, poi nelle ultime due settimane non l'avevo cercato ne risposto ai suoi messaggi, fino a ieri e questa mattina, ma volevo solo chiarire e dire basta alla nostra relazione. Non devo rispondere più ai suoi messaggi mi dico guardandomi allo specchio.
Poi quelle conversazioni spinte erano una delle cose che lo facevano impazzire del nostro rapporto clandestino, ma dovevo ammettere anche da parte mia.
Con nessun altro uomo mai, sono riuscita poi ad essere così disinibita come con lui, nemmeno con mio marito.
Vorrei mettermi quasi a piangere, come ho fatto ad infilarmi in questa brutta situazione?
Piangere è inutile, mi dico da sola, guardandomi allo specchio meglio farsi forza per andare incontro al proprio destino.
Devo riuscire a uscirne. Lui vuole dominare la mia mente e il mio corpo. Non posso permettergli ciò.
Non avevo mai pensato di voler fare certe esperienze, sì sono molto indecisa e combattuta, mi ha fatta godere molto e più volte e più del mio uomo che tradisco. Ci vado solo per questo, lo confesso.
Questa sua proposta mi attrae, lo dice lui, non lo so se ha ragione, la sua proposta la so bene.
Gli avevo detto semplicemente di si stamattina o le altre volte come se fossi ipnotizzata, ci sono cas**ta ancora.
Oggi non ho saputo rifiutare quando lui mi ha baciata, e poi il resto, giù nell'atrio.
Ma quello che vuole da me è oltre, è troppo, non posso farlo. No non devo accenderlo più quel cellulare.
Ma mi serve per il mio lavoro.
L'accendo mentre mi siedo sulla tazza del wc, ancora un sms. Leggo "dimmi che sei la mia puttana.."
Tremo mentre mi dico "sì... la sono " ma non ci devo andare.
Prendo il mio abitino dal cestino e con la spugnetta bagnata tolgo quelle tracce bianche, potrebbe accorgersi lui, mio marito, poi cosa gli dico. Lo asciugo con il phone. Mi metto sotto la doccia.
Voglio pulirmi anche l'anima, una bella doccia anche fredda mi farà bene.
Finisco la doccia e rientro nella mia camera da letto, guardo la sveglia le 17.55.
Mi trucco e mi asciugo i capelli davanti allo specchio.
Altro messaggio , è ancora lui, leggo " affacciati alla finestra sono sotto casa... dimmi ... Dimmi: cosa sei? o suono e salgo ".
Ho davvero paura ora.
Nella mia camera non c'è la finestra che da sulla strada, l'unica è dallo studio del mio uomo.
Mi rivesto, metto il mio vestitino nero sopra i miei slip rosa e vado nel suo studio, da lui che ignaro di tutto ancora lavora. Mi avvicino alla finestra, lui è lì davvero in strada dietro a quell'angolo.
- Vai al lavoro? - mi chiede mio marito mentre lo guardo dalla finestra.
- Sì...Mi ha chiamata un cliente...stasera ho una cena di lavoro importante - gli dico girata di spalle a mio marito mentre scrivo il mio messaggio " sì...la sono la tua puttana...ma vai via ti prego...alle 19 ok ".
Però sarà ultima volta , mi giuro da sola, che poi lui sparirà per sempre dalla mia vita, mi rovinerà, penso questo mentre mi giro verso mio marito che mi chiede fissandomi - rientri tardi?-.
- penso di sì ... molto tardi...non aspettarmi - è la mia condanna. Invio la mia risposta.
Mi rigiro alla finestra e guardo lui sulla strada che ha letto il messaggio e sorride, il bastardo.
Quel suo odore di bastardo, che mi eccita, lo sento da qui.
Sono le 18.45 quando esco dal portone di casa, dopo come Giuda l'ho baciato salutando e lasciato a casa il mio vero uomo.
Sono impaurita, confusa. Più confusa mentre cammino verso il mio destino.
Lui riesce a guardarmi dritto negli occhi e a manipolarmi l'anima. È come è come se governasse con un incantesimo tutte le cose.
D’altra parte è riuscito a vedere dritto nei miei occhi e me li ha indirizzati verso dove voleva che io, senza esitazione, andassi. Penso ancora mentre cammino verso il mio carnefice. Sono le 19 quando arrivo puntuale nel posto convenuto. Sono di nuovo con lui pronta ad accettare quel suo “regalo maledetto” che voleva farmi.
L'orgasmo è il coinvolgimento totale della mente, del corpo, dell'anima. Questa sera ho trovato ancora una scusa con mio marito, per andare ancora con lui, una cena aziendale per giustificare il mio tardivo ritorno a casa. Lo so bene, sono porca, era questo che sentivo mentre decidevo di darmi ancora al mio dominatore, curiosa di scoprire ancora di più di me stessa come dice lui. Sì la mia anima è porca, la sento la mia anima porca mentre apro la porta del bar.
(continua)
La vita è fatta di tante “situazioni”
Ogni situazione è composta da “momenti”
I momenti si articolano in “successioni”
Ogni successione può essere “elementare” o “particolare”
La mia vita elementare, è “dolce"
La mia vita particolare, è "porca"
Porca. Come la mia "anima".
Lui è già sparito. Chiudo il portone alle mie spalle restando ferma appoggiata ad esso per un po’, mi asciugo la bocca con il fazzoletto, prendo dalla borsetta anche il rossetto e lo specchietto del fard.
Mi guardo allo specchio, un tocco di cipria leggero sul viso per ritornare ad essere bella, perfetta e signora, mi rimetto il rossetto. Mi sistemo la gonna dell'abitino, mi accorgo è sporco, di sperma e saliva, tento di pulirlo. "Sì... sono proprio una gran porca" mi dico da sola, e me la ridico mentre salgo le scale e apro con le chiavi la porta di casa mia. Dovrò cercare e trovare ancora un alibi stasera per il mio uomo, l’altro mio uomo, mio marito che ora guardo con un sorriso. - Ciao - e mi dirigo di corsa nel mio bagno. "
(La mia Anima - Situazione 1 - https://it.xhamster.com/posts/640140 )
La mia Anima - Situazione 2
Chiusa nel mio bagno faccio di tutto per dimenticare cosa ho fatto sull'atrio di casa mia.
Meglio non farmi troppi problemi ora, mi levo subito l'abitino nero sporco del suo seme, devo fare in fretta, i problemi ci sono e come.
Penso alla mia vita che scorre veloce in una maniera tremenda, in questo ultimo periodo, mentre lo metto nella cesta dello sporco, sono tutta nuda, mi ricordo che le mutandine sono nella borsetta che lasciato in corridoio, indosso subito il mio accappatoio.
Mi lavo i denti per levare quel sapore aspro di lui che sento ancora dentro, in bocca e nella gola.
- il pranzo è pronto... - sento la voce di mio marito che mi da una scossa al di là della porta.
Non è ingiustificata la mia tensione, la colpa è mia, ancora sono caduta nella sua trappola e mi ha portata a convogliare la mia frustrazione sulla sfera erotica, molto erotica, anzi sessuale è la giusta parola. Spingendomi fino alla decisione di avventurarmi in questa strana relazione con quell'uomo. Devo essere decisa, ancora una volta a uscirne davvero e dire basta.
Sono sola con tutti i miei pensieri e mi tremano ancora le gambe quando esco dal bagno, sono davanti al mio uomo.
Fisso mio marito, entrando in cucina, penso ancora a quello che è successo, non riesco a scacciarlo questo tremendo pensiero.
Lui mi guarda negli occhi, spero non mi legga dentro, interrompendolo con il mio bacio leggero sulle labbra che gli ho dato a stampo veloce. - cosa mi hai fatto di buono? - domando come quasi una scema.
- oramai sono freddi, come mai in ritardo? - mi risponde mentre prendo posto a tavola.
Il mio sguardo cambia, cerco di sorridere, gli sorrido come se fossi una ragazzina ingenua al liceo, come se volessi farmi perdonare per una marachella combinata, in effetti l'avevo fatta, e grossa la marachella.
La marachella l'avevo fatta già da un mese. Guardo l'orologio della cucina, le 14.30.
- scusa, ti avevo avvisato, poi un cliente... mi ha fatto perdere tempo...dai mangiamo, sono buoni anche se freddi... - rispondo falsamente per cambiare subito discorso, un'ora e più di ritardo.
Pranziamo e ancora qualche inutile parole tra noi, ma la mia mente non vede l'uomo che ho davanti e che ho sposato giurando di non tradirlo, e invece l' ho tradito e continuo a farlo.
Il rapporto tra noi è sempre andato a gonfie vele, almeno fino a un mese fa. Non devo più farlo, mi giuro da sola.
Mangio con calma ma la mia mente non la è, penso a quel suo "Sei la mia puttana... inginocchiati"
e io inginocchiata come tale la ero, mentre guardo ora mio marito.
Mi sveglia ancora il suo - Che hai? - Faccio finta di niente - niente...sono stanca...niente dai ... buoni davvero questi tortellini... - con la scusa che io lavoro e lui lo svolge a casa mi prepara il pranzo.
Il mio lavoro si alterna al riposo in famiglia, con qualche breve intermezzo composto dalle solite ipocrite relazioni sociali. Normale vita di coppia anche sessuale.
Ogni volta al ritorno a casa, da quel giorno che l'ho tradito mi comporto nel modo più naturale possibile con lui, la notte a volte non dormo perché penso se stia facendo la cosa giusta o meno.
Finendo anche di far l'amore con lui ma il mio pensiero, solo sessuale, andava oltre, fino a quel lui.
Stamattina glielo detto chiaro che era l'ultima volta. Non devo accettare l'invito di stasera.
Finiamo di pranzare e sparecchio metto i piatti e le stoviglie nella lavastoviglie. Mio marito è già seduto in salotto e io mi sento agitata, dalla soglia del salotto gli dico - mi metto un po' a letto...mi riposo un po' - lo guardo pensando che non se lo merita. Lui mi guarda mentre mi dice - non vai a lavoro? -
Rispondo dopo alcuni secondi di silenzio, come se ci pensassi davvero di andarci, con un solo - no... non vado sono stanca forse più tardi - forse, non lo so davvero, poi decido.
Mi sdraio sul mio letto, chiudo gli occhi, non voglio più pensare , ma non ci riesco, penso subito a quello che lui mi detto sotto casa, il suo desiderio, le sue parole " Voglio scoparti nel tuo letto matrimoniale..." e io come una scema che gli rispondevo "Non puoi c'è lui ora a casa... ". Quel pazzo mi vuole scopare qui dove ora sono distesa. Vorrei riposarmi davvero, dormire, non pensarci più. Sparire, ma non riesco.
Penso al nostro primo incontro, il mese scorso, c’è stata sin da subito forte simpatia, niente di più, poi man mano anche di complicità. Più volte, io e lui ci eravamo ritrovati da soli a chiacchierare per lavoro nello mio studio, molto spesso veniva a trovarmi, mi aveva chiesto consigli. Mio marito, non era mai stato geloso del mio rapporto con i miei clienti sul lavoro. Veniva spesso allo studio, un giorno accettai un invito a pranzo.
Poi è successo. Fino a provare una forte attrazione per lui, e lui verso di me, che andava ben oltre il limite dell’immaginazione. Spesso mi ritrovavo a fantasticare sul suo corpo nudo che si muoveva sopra il mio la notte. come una pazza lo pensai mentre facevo l'amore con mio marito. Fino a quel giorno che nel mio studio successe.
Ero intenta ed assorta nel mio lavoro quando lo vidi entrare silenziosamente nel mio studio. Mi lasciò senza parole, neanche lui ne disse chiuse a chiave la porta. Girò subito dietro la scrivania dove ero seduta, mi afferrò il viso tra le mani e mi baciò improvvisamente. Io impietrita ed assolutamente impaurita, rimasi immobile senza saper cosa fare. Mi fece alzare in piedi mentre mi diceva solo il suo desiderio. Le sue labbra, iniziarono ad esplorare la mia pelle, passarono dalle guance alla bocca, al collo, al seno che mi dirò fuori dalla maglietta. Ripete solo " ti voglio mia". Con una passione ed una voracità mai vista prima iniziai ad eccitarmi nonostante la situazione mi imbarazzasse molto.
Non sapevo davvero che fare, era la prima volta quel giorno, ma decisi di lasciarmi andare senza pensarci.
Mi alzò tutta la gonna mentre ero in piedi con il fondoschiena poggiato sulla mia scrivania, in quel giorno maledetto che mai scorderò mi lasciai sfilare le mutandine
Mi fece sedere sul bordo del tavolo, Mi divaricò le gambe. Iniziò a toccarmi senza chiedersi se potesse permettersi di farlo, visto che lo lasciai fare e più faceva e più la mia eccitazione aumentava. Più toccava le mie cosce e più sentivo un fuoco dentro di me. Avevo voglia di essere penetrata e scopata come non mi succedeva da tempo. Da troppo tempo.
Mi alzò le cosce spalancate e assaggiai la sua lingua.
Gli implorai solo di far piano, di non fare troppo rumore per non farci scoprire. Ero sicura che fuori si sentisse tutto. I rumori, se pur involontari, stavano diventando sempre più forti, Io seduta sulla scrivania e lui tra le mia gambe aperte dopo avermi leccata, mi penetrava, mi scopò con forza tappandomi la bocca per non farmi urlare.
Il piacere era estremo, complice la segretezza di quella scopata che mi stava facendo godere come una cagna in calore che mi sussurrò piano. Sì la ero, gli lasciavo fare di tutto, mi tirò in piedi e mi girò di schiena, mi ritrovai piegata in avanti. Lui continuò a scoparmi da dietro, a volte sculacciandomi, incurante del forte rumore dei suoi palmi sulle mie natiche nude.
Mi tirava i capelli con una mano, sempre più forte, non sentivo dolore mentre con l'altra mi teneva ferma per i fianchi. Io con le mani sul bordo del tavolo, mi spingevo più a fondo a lui e godevo, ebbi l’orgasmo più forte di sempre.
Mi limitai a fissarlo mentre mi fece inginocchiare, in fretta, ed i miei occhi dissero tutto quello che io non potevo dire. Lo ingoiai tutto. Mi venne violentemente in bocca, come un fiume in piena, il piacere di quella scopata, la prima, era caldo e colante sulla mia bocca il suo seme. Ingoiai tutto il suo nettare bianco, fino all'ultima goccia. Poi da quel giorno altri incontri e pretendeva sempre di più da me.
Fino a quel suo "Farai tutto quello che voglio..." che ora mi martella il cervello. "io non ho limiti... tu sei la mia troia...-
Con me sempre di più non vuole limiti. Mi assopisco piena dei suoi pensieri su di me.
Mi sveglia un rumore, è la suoneria del mio cellulare, è arrivato un sms , prendo dal comodino, sono due messaggi, cavolo è lui, leggo il primo " ti aspetto stasera alle 19 al nostro bar...puntuale...mia troia" .
Un brivido mi passa dalla punta dei piedi fino ai capelli. Stava succedendo ancora per davvero? Guardo l'orologio, sono già 15.45.
Leggo di fretta il secondo messaggio, mi siedo sul letto, con l'accappatoio un po' aperto "Segui le mie indicazioni, ti porteranno dove potrai vedere te stessa...ti voglio con l'abitino corto di stamattina. bacio...mia puttana""
Mi alzo, mi sistemo e vado in cucina, mio marito non è nel salotto è nel suo studio che lavora.
Lo guardo passando dall'uscio, non mi ha sentita, sono scalza, è girato di spalle al suo tavolo da disegno.
No non devo andarci, vado in cucina prendo dell'acqua dal frigo e penso mentre bevo dalla bottiglia, ho la gola secca. No, non devo rispondergli, sento che insisterà, tolgo la suoneria, ora sarebbe un casino di là c'è lui, mio marito. Dovrò cambiare numero o mi rovinerà la vita.
Nel nostro gioco quell'uomo ama la dominazione ed usa ogni situazione a suo favore per sottomettermi ancora al suo volere e piacere. Basta mi dico ancora da sola. Devo scrivergli, magari inventando qualche scusa e di smettere questa maledetta relazione.
Ancora un messaggio, sento vibrare il cellulare che ho messo in tasca. Terzo messaggio " godrai da porca... che sei... ". Scrivo di fretta la risposta " il porco sei tu. no...non posso. poi te l avevo detto basta...basta, è stata l'ultima volta. basta, basta"
Spero che capisca e mi lasci in pace, sto per inviarlo, altro suo sms, leggo " solo l'ultimo mio regalo ... troia ora mettiti sul letto e pensami... è un ordine... toccati e godi...mia puttana " Invio il mio.
Ritorno in camera da letto, mi distendo ancora e chiudo gli occhi ma vedo lui di riflesso, con quella espressione compiaciuta e sadica. Mi giro e rigiro sul mio letto con quella sua voce nella mia mente "Farai tutto quello che voglio... sei solo una puttana...".
No basta mi ridico.
Quasi nuda sul mio letto, ripenso alle sue parole, l'accappatoio mi copre a malapena mentre mi rigiro ancora, si apre del tutto. Li guardo e li sento più duri i miei capezzoli.
Poi quel suo "voglio farti godere di più" mi fa sempre sciogliere. Non devo pensarlo mi dico e penso a quel suo " toccati". Basta.
Ho davanti la sua immagine di come si getta nudo tra mie gambe aperte e me la lecca con foga, come fosse un gelato.
Qui sul mio, nostro letto. Nuda con lui. Mi piace come me la lecca. Mi piace come mi scopa.
Incomincio inconsciamente e delicatamente a passarmi le mani sul seno .
Poi, sempre lentamente e quasi come se fossi sovrappensiero, inizio a solleticarmi anche di più il cervello.
"- mia.. tua... Dimmi: cosa sei? La tua... pompinara -" sono stata porca lo so a dirglielo così.
Comincio a toccarmi i fianchi, l'accappatoio si apre del tutto, mi scopre la pancia, il pube nero, capisco che ho davvero voglia. Ho voglia, tanta voglia, capisco che ho davvero voglia di lui. Mi sento bagnata.
" Ti farò scopare... come voglio " erano dure le sue parole, e la sua voce mi rimbomba chiara, tra le mie tempie.
La mia mano scende verso il basso, non è calma. Sento di nuovo il suo " Toccati".
Mi tolgo l'accappatoio restando tutta nuda sul letto.
Senza esitazioni inarco la schiena e inizio a giocare col mio sesso, come lui mi ha ordinato.
L’altra mano va ad accarezzarmi i seni, ma subito, presa dalla voglia, la carezza diventa presa, e mi graffio.
Stringo forte i capezzoli tra le mie dita, li strizzo fino a farmi male soffoco subito il gemito reclinando la testa di lato.
Apro la mente insieme alle gambe in cerca di quelle sensazioni da esplorare, in cerca del mio piacere.
L’altra mano mi tortura il clitoride, ormai gonfio, il mio piacere è nella mie dita e nella sua voce che sento dentro.
Ripasso le sue parole di stamani , non dolci parole di amanti.
I miei respiri e i miei gemiti aumentano, sono solo una puttana che vuole raggiungere subito l’orgasmo,poi mi sarei calmata, penso. Non devo ammetterlo, no che ho tanta voglia di farmi scopare da lui. Devo resistere.
Come una puttana, stamattina, mi ero tolta le mutandine nel bar. Come una puttana mi sono fatta seguire fin a casa.
Come una puttana ho succhiato e ho ingoiato il suo sperma giù nell'atrio.
Sento ancora il profumo di lui, del suo sesso e del seme che ho ingoiato, quel sapore che mi avvolge, la sua pelle nella mia bocca, quei occhi duri che mi fissano ancora, come mentre glielo succhiavo più forte come mai.
Mi sarei fatta scopare lì sulle scale a pochi passi da mio marito. Mi sarei fatta scopare qui sul mio letto matrimoniale se ero sola. Mi sembra di essere leggera come una bolla di sapone e di fluttuare in aria allontanandomi dalla realtà.
Ora come una puttana mi sto toccando pensando a lui. Quel bastardo.
Penso intensamente al suo cazzo mentre con una mano mi lecco le dita, e inizio a bagnarli, sento la voglia ancora di leccarlo e succhiarlo, mi penso inginocchiata come prima nelle scale, e con l’altra mano gioco col mio clitoride. Il mio dito è la sua lingua. Sento il clitoride che si gonfia tra le mie dita e mi fa quasi male, lo accarezzo con movimenti circolari, piano piano sempre meno delicatamente. Sento che non resisto, il mio movimento si fa più veloce, quasi a cercare quel piacere che ora voglio.
Apro di più le mie cosce. Divarico le labbra del mio sesso con due dita e con l’altra mano inizio a dare dei colpi al clitoride.
Ad ogni colpo, un sussulto, ad ogni colpo un gemito che aumenta mentre mi infilo due dita dentro per porre fine a questo supplizio. Sento un fremito attraversarmi il corpo. Mi scopo, mi scopa. Le mie dita sono il suo cazzo.
Sento che sta per sopraggiungere, più forte che mai e le mie dita scivolano ancora più giù dentro me. Sento di avvicinarmi all'orgasmo, non resisto, esplode letteralmente tra le mie cosce,sulle mie dita, mentre mi dico puttana più volte da sola.
Arriva come un uragano. E arriva più potente che mai. Spruzzo.
Mi sconvolge il mio spruzzo. Mi sorprende per la sua potenza. Mi mordo le labbra per non gridare. Spruzzo. Vorrei gridare, gridare forte il mio orgasmo e quanto puttana sono. Mi giro di lato e soffoco sul cuscino tutto il mio piacere.
Chiudo le gambe fortemente strette d’istinto. Tremo e sento le vibrazioni totali. Accarezzo forte le mie labbra tutte bagnate. Un ulteriore fortissimo ultimo fremito mi scuote il corpo. Il mio respiro è fremente , molto eccitato.
Chiudo gli occhi, lascio la mente libera dai pensieri mentre una serie infinita di contrazioni violente si diramano in tutto il mio corpo. Mi passano dentro il ventre che si contrae insieme a miei sussulti.
Sento la vibrazione sul comodino. oltre ancora al mio corpo. E' ancora lui ne sono sicura.
Mi rigiro sul letto e con una mano tocco ancora sul mio sesso fradicio, ho ancora degli umori che mi colano lungo le cosce, hanno bagnato anche il lenzuolo, con l'altra prendo il mio cellulare.
Sono tutta bagnata non è sudore. So benissimo di che si tratta, motivo per il quale l’eccitazione mi tradisce, era cresciuta momento dopo momento. C'è un altro messaggio." hai voglia di me...dillo cosa sei " Scrivo " No...è finito tutto tra noi, basta, non ho nessuna voglia di te" invio. Risposta subito " non mentirti...porca " spengo, indispettita quasi , il cellulare.
Sono esausta, stanca, non devo andarci, mi addormento.
Guardo la sveglia le 16.45. Mi alzo mi rimetto il mio accappatoio prendo il mio cellulare spento che metto in tasca e entro nello studio di mio marito, lui è lì assorto ancora a lavorare.
- riposata bene? - mi domanda guardandomi. Annuisco subito di sì - faccio un caffè, lo vuoi? - gli dico uscendo subito, non ho il coraggio di guardarlo ora, sento il suo sì per il caffè mentre vado di nuovo in cucina.
Come una brava mogliettina lo preparo, e come una brava mogliettina gli porto il caffè - faccio una doccia - gli dico.
Sono di nuova chiusa nel mio bagno. Prendo il mio abitino nero sporco dalla cesta, lo guardo.
Mi si apre ancora la mente, questo mio rapporto con lui mi sta distruggendo.
L'avevo incontrato, lo so ogni volta dovevo smetterla.
Per un mese, dopo quel giorno allo studio ci siamo incontrati quasi due, tre volte a settimana, poi nelle ultime due settimane non l'avevo cercato ne risposto ai suoi messaggi, fino a ieri e questa mattina, ma volevo solo chiarire e dire basta alla nostra relazione. Non devo rispondere più ai suoi messaggi mi dico guardandomi allo specchio.
Poi quelle conversazioni spinte erano una delle cose che lo facevano impazzire del nostro rapporto clandestino, ma dovevo ammettere anche da parte mia.
Con nessun altro uomo mai, sono riuscita poi ad essere così disinibita come con lui, nemmeno con mio marito.
Vorrei mettermi quasi a piangere, come ho fatto ad infilarmi in questa brutta situazione?
Piangere è inutile, mi dico da sola, guardandomi allo specchio meglio farsi forza per andare incontro al proprio destino.
Devo riuscire a uscirne. Lui vuole dominare la mia mente e il mio corpo. Non posso permettergli ciò.
Non avevo mai pensato di voler fare certe esperienze, sì sono molto indecisa e combattuta, mi ha fatta godere molto e più volte e più del mio uomo che tradisco. Ci vado solo per questo, lo confesso.
Questa sua proposta mi attrae, lo dice lui, non lo so se ha ragione, la sua proposta la so bene.
Gli avevo detto semplicemente di si stamattina o le altre volte come se fossi ipnotizzata, ci sono cas**ta ancora.
Oggi non ho saputo rifiutare quando lui mi ha baciata, e poi il resto, giù nell'atrio.
Ma quello che vuole da me è oltre, è troppo, non posso farlo. No non devo accenderlo più quel cellulare.
Ma mi serve per il mio lavoro.
L'accendo mentre mi siedo sulla tazza del wc, ancora un sms. Leggo "dimmi che sei la mia puttana.."
Tremo mentre mi dico "sì... la sono " ma non ci devo andare.
Prendo il mio abitino dal cestino e con la spugnetta bagnata tolgo quelle tracce bianche, potrebbe accorgersi lui, mio marito, poi cosa gli dico. Lo asciugo con il phone. Mi metto sotto la doccia.
Voglio pulirmi anche l'anima, una bella doccia anche fredda mi farà bene.
Finisco la doccia e rientro nella mia camera da letto, guardo la sveglia le 17.55.
Mi trucco e mi asciugo i capelli davanti allo specchio.
Altro messaggio , è ancora lui, leggo " affacciati alla finestra sono sotto casa... dimmi ... Dimmi: cosa sei? o suono e salgo ".
Ho davvero paura ora.
Nella mia camera non c'è la finestra che da sulla strada, l'unica è dallo studio del mio uomo.
Mi rivesto, metto il mio vestitino nero sopra i miei slip rosa e vado nel suo studio, da lui che ignaro di tutto ancora lavora. Mi avvicino alla finestra, lui è lì davvero in strada dietro a quell'angolo.
- Vai al lavoro? - mi chiede mio marito mentre lo guardo dalla finestra.
- Sì...Mi ha chiamata un cliente...stasera ho una cena di lavoro importante - gli dico girata di spalle a mio marito mentre scrivo il mio messaggio " sì...la sono la tua puttana...ma vai via ti prego...alle 19 ok ".
Però sarà ultima volta , mi giuro da sola, che poi lui sparirà per sempre dalla mia vita, mi rovinerà, penso questo mentre mi giro verso mio marito che mi chiede fissandomi - rientri tardi?-.
- penso di sì ... molto tardi...non aspettarmi - è la mia condanna. Invio la mia risposta.
Mi rigiro alla finestra e guardo lui sulla strada che ha letto il messaggio e sorride, il bastardo.
Quel suo odore di bastardo, che mi eccita, lo sento da qui.
Sono le 18.45 quando esco dal portone di casa, dopo come Giuda l'ho baciato salutando e lasciato a casa il mio vero uomo.
Sono impaurita, confusa. Più confusa mentre cammino verso il mio destino.
Lui riesce a guardarmi dritto negli occhi e a manipolarmi l'anima. È come è come se governasse con un incantesimo tutte le cose.
D’altra parte è riuscito a vedere dritto nei miei occhi e me li ha indirizzati verso dove voleva che io, senza esitazione, andassi. Penso ancora mentre cammino verso il mio carnefice. Sono le 19 quando arrivo puntuale nel posto convenuto. Sono di nuovo con lui pronta ad accettare quel suo “regalo maledetto” che voleva farmi.
L'orgasmo è il coinvolgimento totale della mente, del corpo, dell'anima. Questa sera ho trovato ancora una scusa con mio marito, per andare ancora con lui, una cena aziendale per giustificare il mio tardivo ritorno a casa. Lo so bene, sono porca, era questo che sentivo mentre decidevo di darmi ancora al mio dominatore, curiosa di scoprire ancora di più di me stessa come dice lui. Sì la mia anima è porca, la sento la mia anima porca mentre apro la porta del bar.
(continua)
La vita è fatta di tante “situazioni”
Ogni situazione è composta da “momenti”
I momenti si articolano in “successioni”
Ogni successione può essere “elementare” o “particolare”
La mia vita elementare, è “dolce"
La mia vita particolare, è "porca"
Porca. Come la mia "anima".
7 年 前
però scrivi bene, parecchio bene.....
«Questo tipo di mio erotismo si basa in gran parte sull'eccitazione mentale, il che lo rende più affine alla sessualità femminile, per cui questa dimensione è predominante. Noi donne siamo più inclini a questo tipo di gioco perché abbiamo una capacità di intellettualizzare le pulsioni sessuali molto più articolata e vasta rispetto a voi. Più si investe sul desiderio e l'elaborazione delle fantasie, prolungando e mantenendo alta l'eccitazione mentale, più il rapporto sessuale viene valorizzato per la donna»
Loredana C.